Una strada

Infine, mi rodeva sul fianco con un occhio ancora
attento a stare in cunetta a cento all'ora.
Già! Ora con i piedi nel fango sulla dirittura d'arrivo
in vista del traguardo che s'allontanava tardivo.
Férmati! Vedi meglio le tue prerogative come
le tue carognate che il fiume induce tutti a fare.
Férmati ancora! Non è la tua andata.
E se sei nato rotondo non morirai quadrato.
Ho chiesto al vetraio di prima per dove ho da guardare.
Che diamine! Davanti! Per dove devi andare!
Ma non c'è rotta costì! Non c'è l'ombra di un passaggio
e non c'è nemmeno un paradiso arcano per l'assaggio.
Guarda meglio! - mi dice Ludwig - Non esser sempre incerto!
Vedi, può darsi che l'ombra offuschi uno spazio semiaperto!
(23 gennaio 2011)

Uno specchio

Se mi guardo allo specchio non mi vedo,
perchè vedo lo specchio solo
e un pò di sfumo alle mie spalle.
Se mi guardo allo specchio non vedo neanche quello,
ma un'ombraggine che gli passa attraverso
e ingrigisce in pochi passi.
E io nello specchio non ci sono né con la barba né senza,
forse la camicia, ma io certo no, non ci sono nello specchio,
è come se si disfacesse il riflesso che non mi arriva agli occhi.
Forse sarò dietro lo specchio, cioè al di là, ma non sono sicuro,
mi pare che non sono né qui né là.
E poi, come posso saperlo se c'è lo specchio di mezzo?
Al diavolo lo specchio! Tanto non serve nemmeno per radermi
perchè la barba la tengo incolta,
e non ho rimpianti né per lo specchio né per la barba.
E chi mi dice, poi, che lo specchio è uno specchio vero?
Chi mi dice che non è una fregatura del vetraio dove l'ho comprato?
Non funziona bene, non ci vedo davanti, dove sono io,
né ci vedo dopo lo specchio, dove non c'è alcuno,
forse perchè c'è la nebbia, e se c'è lei
non può esserci proprio nessuno al posto suo.
( 2 gennaio 2011)

Versione per concorso di poesia dialettale (non presentata)
Se me guardo a lo specchio non me vedo
perché vedo lo specchio solo e ‘npò de sfumo dietro la schina.
Se me guardo a lo specchio non vedo manco quello
ma n’ombragine che ce passa dentro e sbigìsce ‘n tre falcate.
E io n’te lo specchio non ce sto né co la barba né senza,
forse la camicia, ma io no de sicuro, non ce sto n’te lo specchio,
è come se se sfascia la figura che non m’arriva n’te i occhi.
Po esse che sto dietro lo specchio, cioè di là, ma non so sicuro,
me pare che no sto né qui né là.
E poi, come fo a sapello se c’è lo specchio de mezzo?
Al diavolo lo specchio! Tanto non me serve manco
pe sbarbamme perché la barba la porto rustica,
e non c’ho rimpianti né pe lo specchio né pe la barba.
E chi me dice, poi, che lo specchio è no specchio vero?
Chi me dice che no n’è na fregatura del vetraio do l’ho comprato?
Non funziona bene po esse perché c’è la galavergna sott’a sta cerqua,
e se c’è lia non ce po esse proprio nisciuno al posto suo.