La mota del tempo

Non ho calendari prima di Ghiberti
appesi alle pareti delle mie mura di forati,
non li reggerebbero, e sono andati in cantina.
L'orologio al polso, poi, non risale a prima di ieri.
Eppure è in cantina che rovisto
per avere una scansione accettabile del passato
alla ricerca di una frase, di un detto, di una ricetta
da cucina o di una prescrizione agronomica.
Mi sento più nelle cose di cantina che dopo,
ne gusto il fascino, la mia curiosità,
nell'argilloso suolo di Eraclito
che gli sciamani sarmati educarono.
E' come un crivello di cantiere la mia mente,
che trattiene l'inutile che tutti gettano.
E così del dopo Ghiberti mi rimangono
quelle perle che i maiali risputano come rospi.
Quella miscela si fa colore e sostanza
e prende struttura col tempo della canutaggine.
Non passa ora che non mi rivolto di qua o di là
per reggere insieme una collana maestra
che m'inebria ogni giorno di luce allegra.
(martedì 24 dicembre 2013)