Rattoppiamo quel pò d'intonaco caduto
e ad ogni generazione tiriamo su una tettoia
che quella dopo chiuderà per far posto ai nipoti.
Se va bene non sappiamo fare altro e ce ne vantiamo
mentre il fiume scarraccia la campagna con le piene,
mentre gl'inverni passano il testimone alle primavere.
Abitiamo da millenni gli stessi posti come una novità,
leggiamo Catullo e Seneca come risorsa insieme al cielo,
mentre ci affiancano gli animali anche loro curiosi.
Se abbiamo sistemi filosofici è solo per occupare la mente,
che senza il fare dilagherebbe per la pazzia dell'umanità,
una macchina il cui motore rulla a tutta forza senza scopo.
Che dire dei nostri fratelli cani, cavalli, coccinelle, cammelli?
Che non abbiano anch'essi un sistema filosofico
per le lunghe giornate invernali nelle tane millenarie?
Non ci sono elementi per saperne di più mentre invecchiamo.
Non ci sono elementi a vista in quel dilagare d'infinito.
Non possiamo che navigare dopo la gettata al mondo.
Nella piena di un fiume che non si ferma mai
per soccorrere alcuno, come per guardarlo negli occhi
arriva solenne la fine che tutto porta via nella piena.
(21 febbraio 2011)