Il tronco di ippocastano era tra noi due,
quel tanto da occultarci la vista reciproca,
non una voce, non un sussulto,
eppure era li di sicuro come sempre,
come un banco di calcare dello Spicchio.
Ne sentivo lo spirito bello e forte,
lui che dalle viscere della terra del Belgio
impartiva lezioni di tecnica mineraria
a quel povero ingegnere con la testa
poi fracassatagli da un masso franatogli addosso.
Non c'erano ostacoli al nostro silenzioso dialogare
per sentimenti ancestrali e un pò scuri
per quella via larga dove le frane e la piena
ti sono addosso come innamorati
della tua pellaccia dura da vendere presto.
Sanvensis vedeva bene che la brezza del solleone
spostava le fronde dei platani e degli ippocastani,
e sentiva quei 60 anni di matrimonio come un prurito
da grattarsi nel silenzio tanto erano profondi
come le tante cose che sono passate sotto i ponti
da quel 15 settembre del 1951.
(11 settembre 2011, davanti l'osteria La Rocca)