Ti sei fatto la tana su misura
scorfano d'un presuntuoso parassita
e l'hai riempita di birilocchi.
Ora ti toccherà crepare anche a te
e lascerai tutto lì che i tuoi spolperanno
come miele caduto dal cielo.
Sarai mangiato da grossi bacherozzi
e non ci sarà nessuno a proteggerti,
poi, satolli, creperanno anche loro.
Per mancanza di tutto, sotto un coperchio
zincato e saldato a stagno
come il sarcofago di un imperatore decaduto.
L'umido degli scoli corromperà legno e stagno
nella calma del tempo, che tu voglia
oppure no, aumentando l'entropia.
E se non ti avranno sloggiato prima
nell'ossario comunale, tutto ti crollerà
con i calcinacci marcio addosso.
Vento polvere e, prima, gli sterpi
oblieranno nei secoli quel posto
senza traccia del tuo passaggio
terreno e tanto meno celeste.
(martedì 6 ottobre 2015)