E' scomparso sul corridoio dietro la valigia e i passeggeri, dietro un'ombra,
e con lui il treno oltre la curva della frana con bottiglietta d'acqua.
Poi il silenzio dello sferragliare s'è fermato alle 13 e 28.
Tornerà tra due anni, come altre volte, con la vita imbagagliata nel trolley.
Arriverà per le scale ansimando, mi verrà un pensiero.
Un manifesto, le scarpe andate, le cassette dei film, la sedia rotta,
qualche Barthes e Calvino sul parquet, non c'era posto: evito rogne a Malpensa.
M'affaccio e c'è da rifare il letto come l'esistenza di sé.
Anche il minestrone è così duro che lo pesto con la forchetta e a pugni,
non s'ammorbidisce, non entra, dice che la stenosi è più del solito.
Passano ore e gli uccelli cantano che ancora il parco è abbuiato di nebbia,
si fa tardi anche stasera per niente.
(28 gennaio 2012)
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