si destreggiano con tacchi a spillo
sul pavé dai lavori in corso.
Fanno oscillare una borsetta gonfia di carabattole
cercano il prezzo di slip colorati che sanno di plastica
lasciano scie di profumo celato da rose.
Espongono un filo di ventre abbronzato
saccheggiano sguardi di eroi passiti,
s'immolano all'altare di Icaro.
Non dicono che i loro ventri stanchi anelano pace,
non vogliono coccole, han paura del seguito.
Si dicono truffate dal destino di generare,
dal destino che pulsa nei ventri di tutti,
non è quel che credevano da ragazze.
Volevano una gloria sopra i metri umani
una gloria semantica ed ebbra passando sopra l'esistere.
Ma la gloria non è arrivata a cinquant'anni
e l'afflato giovanile si rivela una trappola
che le incanala al cinismo della menopausa.
Pensano disilluse al figlio trentenne precario
in casa a sciuparsi del nulla,
esubero che nessuno vuole,
scarto di una filiera della mobilità,
errore vivente.
(3 giugno 2007)
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