seduto su un ermo colle a cavallo di un'ansia
che passa e ritorna e rinfocola sensi e dissensi.
Mi metto di traverso a me stesso
e bislacco con gioia un senso molesto
fregando le mani col mondo intero, dinanzi ad un clik.
Leggo all'indietro il mio libro coi pensieri più belli
e che oggi marciscono nella vertigine di un sigaro legnoso.
Mi manca una spanna di terra alla conta del domani
quando sarò in braccio a satana a contar pecorelle
col naso all'insù.
Mi dissi vai dritto, c'è da fare, c'è da fare,
ma oscillo tra la mia destra e la mia sinistra
e rimangio i supplì che caldi non sono,
pensando alle cose messe in moviola
nel lezzo del fumo, tra libri posti per argomento,
tra carte bollate e lettere stanche e assenti.
Chi siamo? - mi dissi - poi il silenzio alle domande notturne
divenne regola con l'argano mesto del mondo
che lascia la voglia e parte anzitempo
fondando pensieri annacquati di niente
mentre la sabbia offusca le tenebre.
(12 febbraio 2005)
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