Alti come Polifemo otto mostri venivano a me
pesanti come buoi accosto accosto tra loro
vestiti a festa sibilando veleni e silenzi.
Otto mostri con unghie e capelli informi
ritti come megaliti ambulanti e millenari,
con sguardi un pò di casa e un pò no.
Verso non c'era di atterrarli
e mi restrinsi in me stesso
come la selce focaia d'Appennino.
Otto marce nel fango e nel sangue
per vederli scappare
e lasciarmi lo spazio totale.
(17 luglio 1991)
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