Ritratto a consumo

A misura di naso odoran d'ascelle,
a misura di naso l'hennè copre il dovuto del bianco.
A misura di un braccio
un improprio profumo le accomuna alle mestrue.
A misura di canna (di Montenovo)
non si vedono rughe né varici,
non odoran d'estrogeno, non emettono lampi dagli occhi.
Quel tanto da occultare il rigurgito,
la scollatura è presagio soltanto per la palpazione mammografica annuale.
L'attillatura non tiene e la gorgia si mostra impietosa.
Anche il saluto con bacio diventa un'angoscia
e le belle sembianze cadono come un intonaco a calce.
Passano impettite su tacchetti a spillo
sbirciando gli sguardi come trent'anni prima.
Guardano l'orologio scappando dal nulla.
E' ora di cena - pensano - ma ormai sole
si ricordano che nessuno le aspetta.
Salendo sull'autobus flessuose
e chiedendo un biglietto in vettura
s'assettano con destreggi sapienti e ormai stanchi
che nessuno apprezza più.
Senz'anima né istinti cercano un sorriso di casa.
Dopo il sonnecchiamento davanti alla TV
il coricamento avviene perpetuo e solenne
mostrando la schiena in vestaglia all'assente.
(2 luglio 2007)
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