domani t'ammazzano un figlio.
Si! Non è grave, poi è senza spese.
Alcune pallottole di piombo riarso,
di petto o di schiena non importa,
sbrandelleranno il miocardio.
E chi s'è visto s'è visto.
Il suo grido resistente
se lo ingoierà come un cane.
Eroe per poco.
L'interrogatorio lo dice colpevole.
Non ti preoccupare, madre.
Le pallottole le paga lo Stato
e anche la calce viva
per raggrumare presto
quello schifo di sangue
che schizzerà sul muro
del cimitero di Muccia.
Achille Barilatti (Gilberto della Valle)
avrà tempo per gridare libertà
dal fondo della sua fossa
a bocca in giù verso l'inferno
chiamando la sua Dita adorata
quella Marasli di Atene
che sa tutto dei suoi ultimi giorni.
A frotte, come le cicale di luglio,
passati per le armi come Achille
in sei stagioni d'orrore,
dopo vent'anni di minestre, Madre,
e di polenta scondita
imparando dignità nel lavoro.
A mantenere una classe borghese
di fascisti al potere
solo l'indifferenza serve,
tutto il resto viene da solo
passando efficace e per caso
tra i denti di un pettine
troppo largo e trasandato.
Madri del mondo,
non regalate distratte
figli ventenni alla guerra
già dall'età di tre anni.
(7 aprile 1996)
.
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