scricchiolava la baracca di ferro tedesco
deposito di guerra poi campo di passaggio
prima di Bochum avanti al tramonto
per annunciare la sera e fermarsi fino al mattino
ed annunciare l'alba come un aspro carillon
sopra le pozzanghere di melma congelata
fino a mezzogiorno a dire:
alzatevi e dateci le braccia le gambe e il petto
e ogni muscolo e pensiero fino a stramazzare a sera
sotto una crosta di carbone appiccicoso
sulla faccia sudata di un sorriso di babbo
che sfregava la barba sul mio viso ispida
e vivo anche per oggi.
(14 gennaio 1993)
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